I princìpi di equivalenza

Le equazioni equivalenti


Consideriamo le equazioni 4x – 2 = 10 e 4x = 12.
Entrambe hanno come unica soluzione x = 3. Diciamo che le due equa­zioni sono equivalenti.

DEFINIZIONE

Due equazioni contenenti la stessa incognita si dicono equivalenti se hanno lo stesso insieme di soluzioni.

ESEMPI

  • Le equazioni x — 1 = 4 e 2x — 3 = — 1 non sono equivalenti, perché la soluzione della prima equazione è x = 5 e la soluzione della seconda è x = 1.
  • Le equazioni 3x – 2 = 4 e non sono equivalenti, pur avendo una soluzione in comune.

Infatti la pri­ma equazione ha come unica soluzione x = 2, mentre la seconda ha due so­luzioni, x=2 e x = – 2.
Per risolvere un’equazione cercheremo di trasformarla in equazioni equi­valenti, via via più semplici, fino a giungere a un’equazione in cui sia im­mediato trovare l’insieme delle soluzioni.

Le regole di trasformazione di un’equazione in altre equazioni a essa equi­valenti sono stabilite da due princìpi, chiamati princìpi di equivalenza.

Il primo principio di equivalenza

Data un’equazione, se si addiziona ai due membri uno stesso numero o una stessa espressione, si ottiene un’equazione equivalente.

ESEMPIO

Consideriamo l’equazione 2x = 6 che ha come soluzione x = 3 .Addizioniamo a entrambi i membri 5 e otteniamo 2x + 5 = 6 + 5, ossia
2x + 5 = 11. La soluzione di questa equazione è x = 3, quindi è equivalente a quella data.

OSSERVAZIONE

Quando si addiziona un’espressione contenente l’incognita, bisogna fare attenzione!

Per esempio, se addizioniamo a entrambi i membri dell’equazione precedente, 2x=6, la frazione , otteniamo:

La soluzione di quest’ultima equazione non può essere x=3, perché per tale valore dell’incognita la frazione perde significato. L’equazione ottenuta non è quindi equivalente a quella data.

In generale, il primo principio può essere applicato solo se le espressioni che si addizionano soddisfano le condizioni di esistenza dell’equazione.

Le applicazioni del primo principio

Dal primo principio derivano due regole pratiche utili nella risoluzione delle equazioni.

ESEMPIO

Risolviamo l’equazione:

7x -2 = 6x+ 1

Per eliminare il termine 4- 6x dal secondo membro, addizioniamo a entrambi i membri il termine – 6x:

7x – 2 – 6x = 6x +1 6x —> 7x – 2 -6x = +1

Svolgiamo i calcoli al primo membro e otteniamo l’equazione:

x – 2=1

Per eliminare -2 dal primo membro, addizioniamo ai due membri + 2:

x -2+2= 1+2

Otteniamo l’equazione: x = 3.

Poiché le equazioni

7x-2=6x+1 e x=3

sono equivalenti, il valore 3, soluzione immediata della seconda equazione è anche soluzione della prima.

Si può rendere più rapido il procedimento notando che, quando si elimina da un membro un termine, grazie al primo principio di equivalenza,
esso ricompare nell’ altro con il segno cambiato. Si può quindi formulare
la seguente regola.

Il trasporto

Data un’equazione, se ne ottiene una equivalente se si trasporta un
termine da un membro all’altro, cambiandolo di segno.

La cancellazione

Termini uguali presenti in entrambi i membri di un’equazione possono essere soppressi, ottenendo un’equazione equivalente.

Il secondo principio di equivalenza

Data un’equazione, si ottiene un’equazione equivalente se si moltiplicano o si dividono i due membri per uno stesso numero, o espressione, diverso da 0.

ESEMPIO

Ad esempio, consideriamo ha come soluzione x = 15, perché .
Moltiplichiamo i due membri per 3 e otteniamo l’equazione:
ossia 2x=30.
La soluzione di questa equazione è 15, quindi è equivalente a quella data.

OSSERVAZIONE

Non possiamo dividere i membri di un’equazione per 0 perché la divisione per 0 non ha significato. Potremmo invece moltiplicare entrambi i membri per 0, ma che cosa succede?
Prendiamo, per esempio, l’equazione 3x = 6, che ha come soluzione 2.
Moltiplichiamo per 0 i due membri:

Questa equazione ha come soluzione tutti i numeri reali. L’equazione d
tenuta non è quindi equivalente a quella data

Le applicazioni del secondo principio

Applicando il secondo principio, è possibile ricavare altre due regole utili.

La divisione per un fattore comune diverso da 0

Se tutti i termini di un’equazione hanno un fattore numerico comune (diverso da 0), si ottiene un’equazione equivalente dividendo tutti i termini per quel fattore.

ESEMPIO

Nell’equazione

3x+9=24-3

i termini 3x, 9, 24 e 3 sono tutti divisibili per 3; pertanto possiamo dividere ciascun termine per 3, ottenendo l’equazione x + 3 = 8 — 1, equivalente alla data.

Il cambiamento di segno

Cambiando segno a tutti i termini di un’equazione, si ottiene un’equazione equivalente.

ESEMPIO

Ad esempio, -5x+8=-23 allora 5x-8=23

OSSERVAZIONE

Il secondo principio è utile per eliminare, passando a un’equazione equivalente, i denominatori nei coefficienti di un’equazione.

SOS Matematica

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