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Domanda di fisica

  

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Un'astronave cargo parte dalla terra e si dirige verso un asteroide di un moto rettilineo uniforme alla velocità di 2,4*10^5 m/s. Una seconda astronave parte due ore dopo e segue la prima con moto rettilineo uniforme alla velocità di 3,2*10^5 m/s
A) Determina dopo quante ore la seconda astronave supera la prima
B) se la seconda astronave raggiunge l'asteroide dopo 130 giorni, quanto tempo impiega la prima astronave per raggiungere l'asteroide?

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Quando e se ti verrà chiesto lo svolgimento in classe di quest'esercizio vorrei che tu dicessi a nome mio (il mio insegnamento in un Liceo Scientifico Statale iniziò nel 1966: un po' me ne intendo!) che il Consiglio di Classe dovrebbe provare la vergogna d'aver proposto l'adozione di un testo che contiene anche un solo esercizio così profondamente diseducativo.
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Lo scopo fondamentale dell'insegnamento della Fisica, e della sua storia, è di mostrare alle giovani menti in corso d'istruzione come attenersi ai fatti (Galileo) non solo consente di abbandonare fole più o meno magiche (la ali di Iride, la Madre Terra, Aristotele almeno per il geocentrismo e l'horror vacui che muove la freccia), ma soprattutto consenta di formarsi del mondo una visione che si possa modellare matematicamente e quindi dia agio a uno studio indiretto concentrato sulle variabili essenziali ai fini del fenomeno di cui si vogliano comprendere le leggi. Per perseguire tale scopo l'insegnamento dovrebbe attenersi al ciclo del comportamento dei fisici «Osservare, teorizzare, sperimentare».
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QUESTO ESERCIZIO che cosa fa?
Dà per scontata l'esistenza ("Un'astronave cargo parte dalla terra e si dirige verso un asteroide" è all'indicativo presente) di un oggetto inesistente: poco male per la Fisica, parecchio male per le giovani menti. Gli si sta vendendo, sublimininalmente, una fola ("Con tutte le difficoltà per procurarsi Litio, ColTan e simili perché mai non si mandano astronavi cargo a cavarli dagli asteroidi?", "Forse perché non esistono astronavi cargo?", "Ah, ah, sei arretrato! Esistono e come le astronavi cargo, lo dice il mio libro di Fisica!").
Per non parlare delle ultra fole del viaggio spaziale in moto rettilineo uniforme e delle velocità di centinaia di km/s.
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Se lo scopo è di provare (in senso torricelliano) la capacità dell'alunno di applicare le correzioni relativistiche sarebbe stato meno ingannevole o formulare diversamente la narrativa (ma non capisco l'utilità di trattare un quindicenne come un bambino scemo da ingraziarsi con la favoletta) oppure addirittura abbandonare la narrativa, trattare il quindicenne come un giovane quasi-adulto e proporre l'esercizio per quello che è: algebra applicata alla fisica.
NOTA
"adulesco, adulescis, adulevi, adultŭm, adulescĕre" ha per participio presente l'adolescente (che sta crescendo) e per participio perfetto l'adulto (che già è cresciuto).
Attenendomi ai fatti come Galileo, cioè al significato delle parole, sono convinto che un quindicenne sia un quasi-adulto non da coccolare, ma da responsabilizzare.

 



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ciao, puoi dirmi per favore da dove hai preso questo esercizio? da quale libro? se non riesci a darmi una risposta qui mandami un email, grazie mille. [email protected]



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SOS Matematica

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