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ENNO' @Remanzini_Rinaldo COSI' MI DELUDI PROFONDAMENTE!

  

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Scrivere "... con siffatta scuola, degna erede del sessantottino 6 politico, ..." è di una superficialità che addolora quelli come me che quella scuola "sessantottina" la vissero in ogni sua piega: se anche una persona colta e precisa come traspare dalle tue risposte si abbassa a tali banalità allora vuol dire che tutto il lavoro mio e di quelli come me che facemmo dal 1969/70 al 1973/74 nelle classi e poi, dal 1978 al 1991, a livello nazionale fu fatica sprecata ingoiata dalla storia, nemmeno una nota a piè di pagina!
Il sessantotto fu un fenomeno universitario e operaio, non scolastico; arrivò nelle scuole con la riforma della maturità emanata nel sessantanove da quel vero genio di Fiorentino Sullo (subito ripagato con l'estromissione dal Governo, come dopo di lui Massimo Severo Giannini e Rosy Bindi anch'essi portatori d'innovazione vera e anch'essi subito estromessi dal Governo) e con la "Circolare Misasi" del successivo ministro che prescriveva, senza se e senza ma, come fare gli esami in modo intelligente e, implicitamente, come fare scuola nei tre anni precedenti per preparare gli alunni a esami intelligenti.
Nel 1974 è la radice della decadenza della scuola pubblica, secondo la mia visione retrospettiva, e non per colpa dei sessantottini: nella legge di bilancio per la prima volta invece d'esserci una piccola percentuale d'aumento per istruzione e ricerca come ogni anno dal 1861, c'è stata una lieve diminuzione (e così ogni anno successivo fino ai megatagli di Tremonti & C); poi nel novembre furono promulgati i celebri "Decreti Delegati" che allora sembrarono un'innovazione (col senno di poi fecero una sola cosa buona: estendere la libertà d'insegnamento che la Costituzione riservava a Università e Accademie ["l'arte e la scienza ..."]), ma che hanno gettato il seme dell'incultura e dell'arbitrio per cui capita di leggere in cronaca di una madre che prende a calci il docente che ha ripreso la figlia, del Consiglio d'Istituto che delibera a PdL (pene di levriero), del Dirigente Scolastico che emana ukase illegittimi.
Essere stato nelle classi dal 1969/70 al 1977/78 è stato un privilegio di pochi, ed è un mio vanto. Altro che sei politico, i miei alunni di quegli anni hanno contribuito a farci vivere tutti con qualche comfort in più (vado tuttora alle cene annuali della classe diplomata nel 74, li ho seguiti dal diploma, alla laurea, alla pensione.).
Già i fatti di Bologna del 77 avevano scuriti gli animi, poi l'assassinio di Moro nel 78 spense del tutto ogni euforia innovativa nella scuola pubblica.
Ulteriori mazzate alla buona scuola furono il principio di sussidiarietà di Giovanni Galloni e poi la "autonomia delle istituzioni scolastiche" di Luigi Berlinguer.
Fra le due mazzate l'ultimo guizzo di compromesso storico in un tentativo d'innovazione: la commissione Brocca del 1991/92 (io ne feci parte, sia pure come semplice redattore e non certo come relatore, ma lo stesso me ne vanto!) le cui conclusioni in tre volumi che davvero erano innovative furono consegnate allo stesso Riccardo Misasi autore della circolare del 1969/70.
Ovviamente nulla di quei tre volumi diventò legge: alcune parti, ben isolate e sterilizzate, sono state adottate da alcune "autonome istituzioni scolastiche".
Devo proprio dirlo che ne fu del benemerito sottosegretario Beniamino Brocca?
Ovviamente fu estromesso dal Governo e rimandato a fare il preside con lo stesso provveditore che lo angariava come e più di prima che si candidasse in politica per sottrarsi alle angherie.
Poi, dal 1994 e fino alla Buona Scuola del governo Renzi, Scuola, Sanità e Giustizia hanno marciato affiancate come Fede, Speranza e Carità nelle allegorie: solo che le virtù teologali sono ritratte mentre marciano in avanti!
OVVIAMENTE QUI HO SOLO RACCOLTO RICORDI, NON HO SCRITTO UN SAGGIO.
Può darsi benissimo che abbia scambiato cazzi per lampioni anche in più punti, ma voglio sperare d'aver mostrato @Remanzini_Rinaldo mio "amico di SoS", e a chiunque altro pensi che "siffatta scuola" sia dovuta al sessantotto, che essa ha purtroppo ereditato ben poco di sessantottino e ben di più dall'insipienza e magari anche dalla volontà di tant'altra gente che negli anni 70 o non era nata o andava all'asilo o inarcava il sopracciglio sinistro tre volte la settimana prima dei pasti.
Chiedo scusa per la mia solita graforrea, ma non v'ho mica obbligato a leggere tutte le 4633 battute! Potevate anche smettere prima.
PS: non sono stato un sessantottino, né un simpatizzante: allora votavo PLI.

Autore

@exprof ...una rondine non fa primavera ....

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L'ho vissuto in fabbrica il '68 ...so bene cosa fu , le assurde motivazioni che ci stavan dietro e cosa ha prodotto a livello socio/economico. Non ho dubbi circa l'impegno che tu a molti altri avete profuso in quel periodo, ma la decadenza ha avuto inizio li, soprattutto quella comportamentale. 

A livello economico, poi,  rammento a chi non lo sapesse o se lo è scordato che prima del '68 costavamo dal 25 al 30 % in meno di tedeschi e francesi, le aziende erano floride e dotate di liquidità ; nel giro di 4 anni le aziende si erano "fumate" persino il fondo "liquidazione" , l'inflazione galoppava e nonostante gli aumenti salariali "estorti via INTERSIND, il nostro potere di acquisto si era considerevolmente ridotto.

Ero fan del compianto Ugo LaMalfa che  dell'inflazione aveva un sacro terrore !!! 



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