Sicuramente non Greci, Babilonesi, Arabi o Indiani!
Il simbolo di uguaglianza in matematica nacque nel 1557 grazie ad un’idea di Robert Recorde, bambino prodigio del Galles, divenuto precocemente astronomo, matematico e medico.
Recorde divenne in fretta medico reale di Edoardo VI e della regina Maria e, in seguito, ispettore della Zecca reale. Soprattutto, però, Recorde è passato alla storia per essere stato prolifico autore di numerose opere di divulgazione matematica (tra cui “The Whetstone of Witte”), con le quali contribuì alla grande diffusione dei concetti algebrici nei paesi del Regno Unito. In queste opere, inoltre, comparve per la prima volta il simbolo di uguaglianza che tutti conosciamo, costituito da due trattini paralleli.
Vi siete mai chiesti il perché di questo simbolo? Perché proprio questo e non un altro? Chiaramente la risposta è nella mente di chi ha partorito il simbolo ed è più semplice di quanto non si pensi. Se vogliamo proprio dirla tutta, sembra banale.
Recorde affermò: “…to avoid the tedious repetition of these words: “is equal to”, I will set a pair of parallels of one length (thus =), because no two things can be more equal“
Traduzione: “…per evitare la noiosa ripetizione di queste parole: “è uguale a”, userò un paio di linee parallele di uguale lunghezza (quindi =), perché non ci sono due cose uguali tra loro più di due rette parallele.“
Il simbolo =, tuttavia, impiegò un bel po’ di tempo (circa un secolo) per essere adottato universalmente nel mondo matematico, ma se ancora oggi lo utilizziamo vuol dire che spesso le idee più semplici sono quelle che riscuotono maggiore successo…